Il sito di Campo Ceraso (comune di Torre le Nocelle) è posizionato nei pressi della S.S. 7bis a poca distanza dal centro odierno del comune di Venticano, su un terrazzo (m. 309 s.l.m.) posto sulla sommità di un lieve rilievo collinare che domina il fondovalle attraversato dal fiume Calore.
E’ particolarmente interessante per la lunghissima occupazione cha inizia nel Neolitico antico (Ceramica Impressa) e prosegue nel Neolitico medio e finale (Serra d’Alto e Diana); prosegue nell’Eneolitico iniziale fino all’Eneolitico finale (Laterza) ed ancora almeno nel Bronzo antico (facies di Palma Campania) e forse nel Bronzo medio (Appenninico).
La fase più antica è datata al Neolitico Antico, grazie ai vari frammenti di ceramica impressa stile Guadone ad impasto grossolano e ad impasto fine e compatto.
Non manca l’industria litica (strumenti di selce e di ossidiana). Siamo in presenza di un vasto insediamento abitativo verosimilmente anche di lunga durata. E’ uno dei circa tenta siti a ceramica impressa fino ad oggi individuati nella Campania centro-meridionale (Province di Avellino e di Benevento). Peraltro è poco distante del sito di Felette.
Al momento della scoperta l’area archeologica era utilizzata come cava per l’estrazione del terreno e come ricettacolo di rifiuti; l’apertura di grosse buche effettuate durante l’asportazione della terra ha intaccato, e in alcuni casi compromesso, i paleosuoli preistorici. La stratigrafica del terreno evidenziata in un taglio di spessore piuttosto limitato è rappresenta da:
- Substrato di argilla;
- Uno spesso livello di terreno bruno particolarmente scuro e umificato, con la presenza nel suo interno di diverse fasi di frequentazione;
- Uno strato di lapilli, dello spessore di circa 20cm, identificabili come “Pomici di Avellino”, relativi all’eruzione pliniana avvenuta intorno al II millennio a.C.;
- Uno strato di humus, che si è formato sulle pomici, servendo da base alle occupazioni avvenute in età storica, con spessore variabile, a seconda del dilavamento, dai 20 agli 80 cm.
Dopo un iato temporale piuttosto lungo l’area è stata occupata da un nuovo insediamento relativo ad una fase del Neolitico finale (cultura di Diana - seconda metà del IV millennio a. C.).
La ceramica è documentata principalmente da frammenti di scodelle con anse a rocchetto. Una volta ancora è Cesare Porcelli, lo scopritore di cava Brogna e di diversi siti protostorici della regione, ad avere individuato reperti significativi, pubblicati senza indicazione di provenienza, da P. Talamo in Storia illustrata di Avellino e dell’Irpinia (1996), pp. 4-5 .
E’ attestato anche il periodo Eneolitico; però la ceramica embricata, con cordoncini plastici, impressi a ditate o decorati mediante l’asportazione di ceramica, non è particolarmente significativa.
Altri frammenti potrebbero riferirsi a momenti diversi del periodo, ma è indubbiamente è il materiale tipo Laterza, quali i frammenti di scodella decorati sotto l’orlo con una fascia orizzontale non marginata composta da due file parallele di trattini incisi, verticali o leggermente obliqui (Talamo 2008, p. 212, fig. 7, n.n. 12-14); il frammento di scodella decorato sotto l’orlo da una fascia orizzontale di tratti obliqui incisi, disposti irregolarmente, superiormente marginata (fig. 7 n. 15) sono relativi alla cultura di Laterza ben documentata in questa regione.
Vari sono i frammenti ceramici riguardanti il periodo del Bronzo antico; la tipologia vascolare (tazze e olle cordonate) attesta una frequentazione da parte di gruppi della facies di Palma Campania.
Uno scavo di emergenza è stato condotto nel 2000 nell’area, già vincolata ma purtroppo oggetto di scavi clandestini per il procacciamento di terreno fortemente humificato (cfr. prot. Av. 853/18G1 del 23-04-1998). Furono eseguiti diversi saggi di limitata estensione, i cui risultati sono rimasti sostanzialmente inediti.
Una ripresa della frequentazione è avvenuta in età romana. Le ricognizioni condotte da S. D’Anna (1996) hanno permesso l’individuazione di una vasta necropoli e di una coeva villa rustica, in prossimità del sito pre-protostorico.